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5 per mille/ L’interrogazione. Il governo elude

Adesioni plebiscitarie delle associazioni alla proposta di innalzare il tetto da 250 a 500 milioni di euro. Ma sui soldi del 2006 l’esecutivo non riesce a dare tempi certi...

di Gabriella Meroni

Ci avevano provato, i parlamentari dell?Intergruppo per la sussidiarietà, a chiedere notizie sui pagamenti del 5 per mille dell?anno scorso e su quanti cittadini italiani avessero aderito alla possibilità di devolverlo. Una decisione presa dagli onorevoli, che appartengono a entrambi gli schieramenti (tra loro Lupi di Forza Italia, Volontè e Cesa dell?Udc, Realacci della Margherita, Sposetti dei Ds, Alemanno di An), proprio per rispondere alle richieste giunte al Palazzo da parte del terzo settore italiano.

Ebbene, il 31 maggio scorso il sottosegretario all?Economia Alfiero Grandi, per il governo, ha risposto all?interrogazione in modo «purtroppo più che interlocutorio, evasivo», come spiega Maurizio Lupi, «nel senso che nessun paletto certo è stato dichiarato». «È deludente che il massimo sia sapere che entro settembre, cioè dopo un anno e mezzo, sarà accertata la correttezza delle autodichiarazioni delle associazioni iscritte all?Albo», dichiarano poi i deputati firmatari dell?interpellanza. Che chiedono anche che «si possa sapere subito quanti cittadini hanno deciso di usufruire del 5 per mille nell?anno 2006 per non dovere ancora una volta assistere al trionfo della burocrazia e del centralismo a scapito della sussidiarietà e della libertà di scelta». «Continueremo», concludono, «nella nostra azione propositiva di stimolo e di controllo affinché quanto previsto dalla legge sia rapidamente applicato».


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